La società industriale, che alcuni analisti portati a dar conto dello sviluppo storico ricorrendo agli avverbi di tempo definiscono post-industriale, è una società pan-lavorista, iperproduttivistica, dominata dal calcolo razionale e cronofagica. In essa non sembra trovar posto la donna-madre, da tempo ormai sostituita, nell’immaginazione popolare, dalla donna in carriera. Per sostenere un tenore di vita degno, entrambi, moglie e marito, sono al lavoro, impegnati in attività extra-domestiche. La logica della società tecnicamente progredita (ma umanamente?) non contempla e si pone spesso in antitesi con la logica familiare. Non si è ancora compreso che la professione più difficile consiste nell’allevare un bambino. Fa scandalo pensare ad una pensione per le casalinghe. Prevale ancora il potere maschile. Forse il ruolo della madre è così decisivo e profondo che sfida e mette in crisi qualsiasi trattazione sistematica.
[ISBN-978-88-3305-157-4]
Pagg. 128 - € 11,00
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