Il pensiero e l’opera poliedrica di Carlo Levi sono stati sottovalutati, con qualche eccezione di rilievo, dalla critica italiana di vario orientamento, a partire dal suo capolavoro, Cristo si è fermato a Eboli. Sono state adoperate definizioni riduttive o, addirittura, demolitorie: «passatismo», «magismo», «bifrontismo ideologico», «ambiguità», «ambivalenza», «misteriosofia», «dilettantismo».
L’autore del presente volume si propone di ripercorrere le tappe fondamentali del viaggio compiuto (Lucania, Sicilia, Unione Sovietica, Sardegna) da Levi nel mondo contadino e nei suoi simboli, per dimostrare come lo scrittore e pittore piemontese non sia rimasto per nulla prigioniero nel «giardino zoologico dei miti collettivi», ma, al contrario, sia pervenuto ad una visione «progressiva» del mito, proiettandolo verso il presente e il futuro e trasformandolo in uno strumento di cambiamento radicale della società e di rinnovamento culturale, che ha investito sia l’universo contadino inteso in senso stretto, sia la civiltà umana nel suo complesso.
Questo obiettivo viene raggiunto attraverso un metodo critico interdisciplinare (critica sociologica, critica semiotica, critica psicanalitica, critica stilistica, critica strutturalistica), nonché cogliendo l’«interstualità» tra opera politica, opera letteraria, opera pittorica, che caratterizza ed impreziosisce il pensiero di Carlo Levi.
[ISBN-978-88-3305-138-3]
Pagg. 280 - € 20,00
|