L’autore, grazie alla sua esperienza di studi internazionali, ha analizzato l’opera di Cesare Pavese nella sua unità, usando un metodo interdisciplinare e realizzando un vero e proprio «corpo a corpo» con i testi.
In questa raccolta di saggi si occupa di vari aspetti, con un approccio innovativo rispetto alla critica precedente: dagli studi dedicati dallo scrittore langarolo alla letteratura americana, a partire dalla sua tesi di laurea su Walt Whitman, a lungo trascurata, alla dimensione dell’«impegno», nel confronto «intertestuale» con altri scrittori, come Vittorini, all’analisi di alcuni momenti biografici (la posizione nei confronti del fascismo, della Resistenza e del Partito comunista italiano), sui quali una parte, seppur autorevole, della critica, ha equivocato, alla rivalutazione delle fasi trascorse dallo scrittore a Brancaleone Calabro e nel Monferrato, dopo l’8 settembre del ’43, sinora considerate, con logica riduttiva, rispettivamente come fasi di stasi creativa e di isolamento, nonché di crisi religiosa, alle tanto dibattute questioni del rapporto tra «mito» e «ragione» nei Dialoghi con Leucò e del rapporto tra «realtà» e «simbolo», nonché tra individuo e territorio (alla luce dei nuovi studi di Franco Ferrarotti), ne La luna e i falò.
Ma, al di là dei singoli aspetti, secondo Catalfamo, si ripropone in Pavese una «triade»: mito, ragione, realtà. Opera in lui un doppio processo di «introversione» e di «estroversione» della realtà. Egli parte dalla realtà, la interiorizza, la analizza razionalmente attraverso il confronto con il mondo complesso che è dentro di lui, comprendente le sue esperienze passate, ma anche quelle della specie di cui fa parte, risalendo nei secoli, fino ai primordi dell’umanità. Da questo confronto emerge il «significato ultimo della realtà», ch’egli comunica agli altri attraverso i suoi scritti. E allora l’opera letteraria assume il significato di «racconto», nel quale, classicamente, consiste il «mito».
[ISBN-978-88-7497-776-5]
Pagg. 312 - € 21,00
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