Una famiglia piccolo-borghese, una sorella spregiudicata buttata a capofitto nella sperimentazione adolescenziale degli anni Settanta, compresa una fuga nella cosiddetta swinging London.
Le vacanze d’estate in una Grado dai ritmi sonnolenti. La madre, due figlie così diverse da assomigliarsi per contrasto, un cane che odia il caldo e le mosche.
Trent’anni dopo la protagonista, Domiziana detta Mizia, torna a Grado, in autunno. Piove. E si ostina a passare le giornate chiusa in una pensione senza tempo, rivivendo mentalmente le vacanze sconclusionate e la vita apparentemente incasellata nella normalità della sua famiglia.
Si è trascinata dietro valigie piene di vestiti che non indossa mai e rifugge da qualsiasi contatto.
E poi qualcuno sbuca fuori nella sua vita. Un uomo che come lei è circospetto, il mare e il vento non sono riusciti a levigarlo, almeno all’esterno.
Un racconto che possiede caratteristiche da romanzo giallo.
Mizia che indaga su di sé scoprirà molto altro, struggente e lunare come il clima di quei posti bellissimi.