Un bambino solo, in una notte fredda e senza luna.
La madre è una ragazza serba. Libera da vincoli.
Il padre è un uomo in carriera, forse con una doppia vita.
Due esistenze diverse, in apparenza incompatibili.
Immersa in una sua personale ricerca della verità, sospesa in una storia d’amore intermittente, afflitta da un cancro che non le concede tregua, Camilla Valdimares, ispettrice di larghe intuizioni e anarchia professionale, indaga su un delitto crudele e inspiegabile.
E scopre un microcosmo di rancori e di infelicità, e una voragine di criminalità sommersa.
Attorno a lei si muovono personaggi già incontrati in Bassa marea. L’amato Ferré, il collega Adamberti — omaggio al commissario Adamsberg di Fred Vargas — il fratello Vladi.
Tra mogli annegate nell’alcol, ragazze che si vendono per disperazione, uomini malati di seduzione e le atmosfere noir di una provincia piovosa e piena di segreti, Alessandra Zenarola disegna una nuova storia di passioni e di miserie umane.
Era sceso il buio.
Le era sfuggita l’ora migliore del giorno, quando cambia la luce e i tetti dei palazzi sembrano fluttuare nel vuoto. Spalancò la finestra e sollevò le tapparelle. Era nuda ma non sentiva freddo.
In frigorifero c’era una bottiglia di vino bianco già stappata; bevve una sorsata dal collo della bottiglia. Una cascata di solfiti si rovesciò nella sua gola.
Se doveva morire tanto valeva divertirsi.