Celebre soprattutto per il pamphlet I piffari di montagna, il Principe di Canosa fu autore in realtà di una immensa mole di opere da cui deriva un pensiero organico e coerente che lo pone tra i massimi pensatori del pensiero controrivoluzionario.
In questo volume:
L’utilità della religione cristiana cattolica romana (1825)
La politica omeopatica (1828)
In difesa di Maria Carolina Regina di Napoli (1830)
I miracoli della paura (1831)
I piccoli piffari (1832)
I Monarchi non usciranno giammai d’impaccio se si limiteranno a combattere gli effetti della rivoluzione, come le ribellioni speciali. Non inaridirà giammai quell’albero a cui il villano taglia i rami. Essi devono dunque applicare un ferro rovente sulla causa delle rivoluzioni: e questa causa consiste nella miscredenza e nelle società segrete. […] Disgraziatamente non si vuol comprendere da molti politici: pure egli è questo il grande ed unico rimedio. Cesserà tra gli uomini lo spirito di ribellione, tosto che cesserà quello dell’ateismo e i sudditi diverranno devoti e fedeli ai monarchi nel momento che diverranno cattolici veri.