Il dolore è un dato coessenziale all’umano sentire e costituisce da sempre motivo d’interrogazione filosofica perché coinvolge sia il corpo che la mente e rimette in discussione il dualismo ontologico. Non è solo una sensazione fisica dovuta a una lesione organica, come afferma l’International Association for the Study of Pain, ma è anche un’esperienza affettiva. Un punto, questo, su cui converge l’odierna riflessione filosofica.
Il presente volume nasce da una collaborazione di pratica filosofica avviata a Palazzo Francisci di Todi, dove ha sede il primo centro pubblico italiano dedicato ai Disturbi del Comportamento Alimentare. Le autrici, partendo dalle posizioni di Paul Ricœur esposte nello scritto La souffrance n’est pas la douleur, propongono una rilettura di quelle pagine dove il filosofo francese, fedele alla massima «spiegare di più per comprendere meglio», torna a interrogarsi sul tema segnando i «confini» fra dolore fisico e sofferenza psichica.
Lo scritto di Ricœur, pubblicato qui in italiano quale secondo capitolo, coniuga l’etica della sollecitudine con un’ontologia della cura. I due ultimi capitoli indicano due itinerari esegetici personali, diversi per timbro e per impostazione, uno di ordine più generale, l’altro più centrato sul testo, grazie ai quali è possibile aggiornare il dibattito. Paolo Pullega, nella Presentazione al volume, si sofferma sul dolore visto come esperienza paranoica, come un ante-agire analogo al modo di produzione del materiale inconscio.