Partendo dall’analisi della crisi delle democrazie europee, il presente testo approfondisce la disamina della “democrazia della partecipazione” — soprattutto statunitense — alla luce delle riflessioni su metodi, strutture e programmi filosofico-politici dei principali pensatori occidentali.
Declinazione nuova del più vasto ambito semantico della democrazia contemporanea, Democrazia della partecipazione nasce dall’esperienza statunitense, soprattutto quella successiva al “New Deal” roosveltiano, e rappresenta una vera evoluzione rispetto alla tradizionale “democrazia del consenso” di antica ascendenza e conseguente alla rottura rivoluzionaria francese. Il rinnovamento delle esigenze sociali, inseparabile da quello dei partiti politici — l’unica garanzia per la terzietà del regime democratico — richiede un ruolo specifico dei corpi intermedi dello Stato.
Di fronte all’emergenza populista, la democrazia della partecipazione — già sperimentata in USA all’indomani del tramonto del “People Party” e delle esperienze maturate nel lontano 1828 — appare l’unica soluzione per uno sviluppo armonico della società, così da promuovere un vero umanesimo integrale fondato sulla libertà creaturale della persona.