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Giuseppe Grasso
LA SCRITTURA COME MEDITAZIONE FILOSOFICA
Tre letture di Proust
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Questo libro ripercorre l’epopea proustiana dell’io lungo la corsia preferenziale delle «intermittenze del cuore». Tre sono le tappe affrontate: l’episodio della madeleine, i tre alberi di Hudimesnil e le scintille sensoriali che folgorano il protagonista nel Temps retrouvé. Senza disattendere l’impegno filologico che gli è consono l’autore ci conduce piacevolmente, coadiuvato da Silvia Peronaci per la parte filosofica, lungo le volute della Recherche inerenti alle estasi metacroniche e ne mette in luce la loro natura di meditazione.
Proust era un «maestro di grazia» o anche un «maestro di pensiero»? Solo un letterato o anche un narratore-filosofo? Tra rare gemme poetiche e altrettanto pregiati sigilli spirituali la sua «scrittura» si muove a quote meditative tali che le distinzioni o i giochi di genere si fanno vuoti tecnicismi. Se l’esame di coscienza scritto appartiene alla tradizione filosofica, in quanto è di Proust la coscienza qui in esame, risulta facile concordare con Theodor Adorno, secondo il quale l’opera proustiana dovrebbe essere letta, assai più che i libri di Voltaire e di Anatole France, come un roman philosophique. Quel che conta è che il grande scrittore francese abbia messo in atto una nuova «forma di finzione» in cui coesistono e si sovrappongono «esperienza di pensiero» ed «esperienza di creazione». Ed è per questo che il filosofare, in lui, assume svariati modi espressivi.
Queste «letture» dalla Recherche — presentate da Gianluca Valle — sono accompagnate da un saggio molto utile di Anne Simon sulla ricezione di Proust nell’ermeneutica filosofica del Novecento francese. Di esse ne riesce un’analisi morbida e concentrata, disponibile a farsi plasmare dalla complessità tematico/strutturale dei brani ma non a cedere a quel riduzionismo feticistico cui taluni episodi relativi alla «memoria involontaria» sono più volte stati costretti.
[ISBN-978-88-7497-702-4]
Pagg. 160 - € 12,00
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