La scoperta di un palazzetto antico, acquistato dallo zio di Napoli, conduce Ludovico a Villerose, un tempo Villacollefegato, alla ricerca delle lontane radici di una spezieria e di Lorenzo, il prete che l’aprì, alchimista per vocazione e medico.
In un lungo racconto che coniuga passione erboristica con medicina e teologia, ripercorre con Lorenzo gli anni del post-Rinascimento in cui nella scienza si afferma il metodo sperimentale, l’alchimia evolve in chimica, la medicina accende nuove speranze con l’anatomia.
Spinto dalla sua fervida curiosità a indagare il mondo e le sue manifestazioni, Lorenzo affronta la vita con la mente aperta di uno scienziato ponendosi spesso in aperto contrasto con il pensiero corrente. Un dualismo che si sposa faticosamente e solo a tratti con la scelta che compie, l’unica che possa garantirgli abnegazione nei confronti della medicina così come nei confronti di quel Dio in cui egli, prete, rimette la propria vita.