1696-2018 - Alvarez de Castro, una famiglia portoghese a Roma
Presentazione di António de Almeida Lima
Tre secoli e ventidue anni di una famiglia
portoghese, gli Alvarez de Castro, arrivati
da Lisbona a Roma nel 1696, vissuti tutti nel
“Tridente” e da lì mai più partiti.
Trecento e passa anni ripercorsi attraverso
documenti, lettere, memorie orali, ritratti e
fotografie a comporre la microstoria della
famiglia che viaggia in parallelo con la macrostoria della loro nuova città.
Dalla fine del 1600 a oggi, per nove generazioni questa famiglia vede crescere la città
dai centoquarantamila abitanti del 1700 ai
circa tre milioni dell’ultimo censimento,
assistendo alla nascita di fantastici monumenti come la scalinata di Trinità de’ Monti, fontana di Trevi, il belvedere del Pincio e
la nuova piazza del Popolo del Valadier, il
porto di Ripetta che verrà spazzato via dai
muraglioni dei piemontesi assieme al Teatro Apollo a Tor di Nona e centinaia tra
case e palazzi, cancellati per porre fine agli
straripamenti del Tevere.
Poi gli stravolgimenti edilizi, la creazione di
nuovi quartieri fuori le mura, larvatamente iniziati nella Roma dei Papa-Re che già
si era sovrapposta a quella dei Cesari, alla
successiva capitale del Regno d’Italia, umbertina pretenziosa e ministeriale, per passare alla quarta Roma caratterizzata dagli
sventramenti del ventennio fascista che nel
Tridente lasciano il segno a piazza Augusto
Imperatore; per finire alla Roma del secondo dopoguerra, discutibile paradiso del “generone” e dei “furbetti del quartierino”.
Un viaggio lungo tre secoli nella storia e
nella vita quotidiana della città, dalla Roma
sparita a quella di oggi che l’ha fatta sparire.