Sardegna ispanica presenta una trattazione della cultura e delle istituzioni della Sardegna tra XIV e XVIII secolo. Ne emerge un quadro articolato, dove trovano posto espressioni letterarie e dottrine politiche, ricostruzioni storiografiche e prospettive teologiche. Lungo il percorso che va dalle origini aragonesi all’età di Carlo II, una cura particolare è dedicata allo studio del pensiero giuridico ed all’analisi dell’impianto istituzionale, in ispecie dei Parlamenti. Di questi viene tematizzato il carattere rappresentativo, quale segno di libertà e via di autonomia, nel contesto di una federazione di regni retta da una comune dinastia. In pagine di puntuale documentazione e di vibrante risonanza, viene enucleata la specificità di una civiltà distinta per la sua peculiarità ed al contempo protesa in una dimensione di universalità. Di essa sono, via via, considerati lo sfondo, i tornanti e le vette. In questo quadro, l’ispanità, di cui sono testimonianza autori, temi ed ideali, connota la traiettoria del Regno di Sardegna, non come esito della meccanica del dominio, ma al modo della vitalità della partecipazione.