Chi era Mozart? Uno, nessuno, centomila suggerisce l’Autore, convinto che Amadeus sia tutti noi. Sta forse in questa realtà il fascino del suo teatro musicale che nelle opere più note - la Trilogia italiana, Il Ratto dal Serraglio, Idomeneo, Il Flauto magico – osserva la commedia umana e la ripropone in un caleidoscopio di caratteri e situazioni alla ricerca della pace e della felicità.
Quest’ultima appare il grande tema che attraversa l’intera produzione del “divino fanciullo” che passa dal tragico al comico, dal favolistico alla commedia inventando personaggi grandiosi come Don Giovanni o Sarastro, “giornate” folli come nelle Nozze di Figaro, turcherie spassose (Ratto dal Serraglio) e favole esoteriche (Il Flauto magico), condendo di malinconia, gioia e dramma la vita in un atteggiamento lontano-vicino che rende i suoi lavori ad un tempo fruibili al grado massimo, ma anche in certe zone misteriosi come le pause “estatiche” di certi finali o di certe arie.
Mozart è un teatro del mondo che vede nell’amore la felicità raggiunta. L’amore è donna, in Mozart, che perdona ma pure tradisce. L’humanitas mozartiana, onnicomprensiva, non tralascia alcun sentimento con la grazia di una musica bellissima, senza tempo.