L’inchiesta Merra
la prima operazione antimafia
nella Sicilia autonoma
Nel 1959, a seguito dell’«inchiesta Merra» (fortemente voluta dal primo «Governo Milazzo»), si registrò un deciso cambiamento di rotta nella gestione dell’«Ente per la riforma agraria siciliana» (Eras). Il 99% dei funzionari dell’Ente era stato, infatti, assunto per chiamata diretta e rispondeva spesso agli interessi della mafia, che regolarmente frequentava, con alcuni suoi uomini di spicco, gli uffici centrali di Palermo per rimarcare tutto il suo peso nella gestione della riforma agraria.
Con l’avvento del nuovo corso politico «milazziano» fu, invece, possibile estromettere alcuni capimafia dai Consigli di amministrazione dei Consorzi di bonifica e di istituire una Commissione, presieduta per l’appunto dal giudice Pietro Merra, sulla gestione dell’Eras.
La Commissione nel giro di soli tre mesi porterà alla luce una diffusa mala gestio, avallata ovviamente dai vertici dell’Ente, a partire dall’acquisto di terreni per la riforma agraria a quattro o cinque volte il loro reale prezzo di mercato.
I risultati della Commissione portarono immediatamente alla sostituzione della governance dell’Eras, ma vennero, politicamente prima e penalmente dopo, insabbiati. Il riportare alla memoria le vicende legate all’«inchiesta Merra» è certamente funzionale per abbattere alcuni stereotipi e, soprattutto, per mettere in risalto un esempio positivo di quando la politica siciliana ha voluto contrastare con efficacia la mafia.