Il viaggio in Abruzzo di Giorgio Manganelli con l’allora caporedattore del “Messaggero” Pino
Coscetta, effettuato tra marzo e
maggio del 1987 (pubblicata in
nove puntate sulle pagine della
cultura del giornale romano), fu
caratterizzato da due irrinunciabili
soste in ognuno dei centri toccati:
la prima sosta era nella toilette del
Caffè più elegante per verificarne
il grado d’igiene, la seconda dal
tabaccaio per comperare quattro
o cinque cartoline del luogo.
Cartoline inspiegabilmente (per
l’accompagnatore), mai spedite.
In realtà quelle cartoline, spesso
ancora chiuse nelle bustine che le
contenevano, finivano nel grande
cassetto della scrivania di via Chinotto 8, deputato a contenere tutte le cartoline provenienti da ogni
capo dell’universo mondo da lui
visitate: da Calcutta a Loreto Aprutino, da Pechino a San Sebastiano
dei Marsi, da Reykjavík a Bominaco, nonché alla gelida tramontana
che lo accolse a Pescina e lo lasciò
a Cocullo, accompagnandolo per
gran parte di quella scoperta dell’Abruzzo per questo da lui definito
“la fabbrica del freddo”.
Dedichiamo questa scelta di car-
toline abruzzesi al centenario della
nascita del “Manga” che amava l’Abruzzo forse più della Lombardia.