Durante un viaggio in Italia il giovane poeta Florio conosce il cantante Fortunato e il mefistofelico cavaliere Donati. Una notte Florio si reca nel giardino della sua dimora e scopre una statua marmorea di Venere, che lo affascina fortemente. Durante una festa mascherata Fortunato gli presenta la giovane Bianka, che porta la maschera di Venere.
Ma qui incontra anche la sosia di quella Venere del giardino a cui va tutta la sua passione e che gli fa dimenticare Bianka. Allettato da Donati, Florio arriva nel palazzo della Sconosciuta e solo il canto di Fortunato, che risuona in lontananza, lo distoglie appena in tempo dalla malia demoniaca. Il pio canto di Fortunato quale forza esorcizzante trasforma l'immagine di Venere di nuovo in pietra senza vita e spiega contemporaneamente a Florio gli avvenimenti della notte. Svegliato dalla sua incoscienza da sonnambulo, Florio si appresta a continuare il suo viaggio in compagnia di Bianka.
Gli emblematici paesaggi della Statua di marmo contengono la chiave per una più profonda lettura dell'azione simbolica. Scene e motivi di questa novella di viaggio ad episodi sono chiaramente influenzati dai racconti di Tieck Der getreue Eckart und der Tannhäuser, come pure dal romanzo di Novalis Heinrich von Ofterdingen.