I valori attualmente dominanti, con la loro pretesa di rappresentare la forma più avanzata di civilizzazione nonché il culmine del progresso, esercitano un soffocante monopolio su ogni altro valore alternativo, negando ad esso non solo la possibilità di espressione, ma anche la legittimità e l'esistenza.
La situazione venutasi a creare è di fatto una sorta di totalitarismo, all'interno del quale soltanto questi valori costituiscono l'unico riferimento per comportamenti e orientamenti politici considerati giusti. Ma le scelte dei potenti sono sempre nefaste e la regolarità dell'errore allontana il sospetto dell'incapacità confermando le accuse di malafede.
Tra prostituzione e tradimento si muovono politica, economia e istituzioni, guidando i popoli verso la rovina. Tale follia nella sua lucidità ricorda i comportamenti di quelle sette dalle stravaganti teorie che creano realtà artificiali, con regole, terminologie e comportamenti autoreferenziali e che poi, inevitabilmente, conducono alla rovina gli adepti, togliendo loro tutto, dai soldi alla libertà, fino alla stessa vita.