LA BADIA DI SAN LIBERATORE A MAIELLA E SERRAMONACESCA
Presentazione di Francesco Verlengia
Abbandonata sin dai primi anni del secolo XIX dai Benedettini Cassinesi in seguito alla soppressione religiosa ordinata da Giuseppe Napoleone, la badia di San Liberatore a Maiella sarebbe stata abbandonata allo sfacelo se su di essa non si fosse fermato lo sguardo di Giuseppe di Fulvio. Spinto dall'amore verso il luogo natìo, egli ha tentato in ogni modo di portare il monumento all'attenzione del Governo della Repubblica e delle autorità preposte alla tutela del patrimonio artistico regionale.
Finalmente, tra il 1958 e il 1959, si procedette a un riassetto completo del terreno circostante la badia: la strada di accesso fu sistemata e asfaltata, le tombe del cimitero di Serramonacesca furono rimosse e traslate in un sito più acconcio del territorio del comune e la Soprintendenza regionale ai monumenti progettò nuovi lavori che si realizzarono grazie alla Cassa per il Mezzogiorno che mise a disposizione una cospicua somma.
Anche le memorie testimoniano dell'amore di Giuseppe di Fulvio per San Liberatore e Serramonacesca. Ovunque fosse possibile, ma soprattutto nelle biblioteche, come la De Meis di Chieti e quella di Montecassino e nel mondo delle tradizioni paesane, egli si è soffermato a investigare, raccogliere e arricchire le sue conoscenze intorno al soggetto, per infine comporre.