Questo lavoro sul narrato kafkiano apre una nuova interpretazione dei romanzi dello scrittore praghese, in cui l’amore ne è il labirinto e il cerchio, e riconcilia Kafka con i suoi personaggi in un’avventura letteraria ed ermeneutica. L’ermeneutica può avere personaggi? È qui la non ovvietà di questo lavoro. Un vicolo didascalico che ci conduce “per una vita altra e una vita oltre”.
Questo Kafka di Pierfranco Bruni è un baule che racchiude ribellione e rivolta. Camus è di casa. Lo straniero – che, chissà, potrebbe essere identificato con l’Autore stesso – viaggia verso l’isola e giunge all’esilio. In tal senso, questo Kafka è anche un simbolico mosaico in cui gli echi e le voci giungono da un navigante che si trova spinto dalle onde omeriche verso il ritorno o verso le Colonne d’Ercole.
Così Bruni ci provoca: “Chi vuole realmente capire ciò che ho cercato di dire, forse senza ovvietà, legga il libro. Sono disposto a mettere tutto in discussione in un’altra vita, in quella immortale che non conosce, a mio avviso bonario, accuse, colpe e procedimenti. Solo in questa vita sono ammessi gli avvisi di garanzia. Non è la bellezza che si consuma nel passaggio di un attimo. Siamo noi che ci illudiamo di poter fermare l’attimo in una eternità. Da qui le nostalgie si incavano nella vita”.
[ISBN-978-88-3305-519-0]
Pagg. 152 - € 12,00
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