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Giuseppe Grasso
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Giuseppe Grasso, docente di Lingua e Letteratura Francese, filologo, traduttore e giornalista pubblicista, ha curato nel 1990 la prima edizione italiana di Alla ricerca del tempo perduto condotta sul testo critico stabilito da Jean-Yves Tadié per la Biliothèque de la Pléiade, apparsa presso le edizioni Newton Compton di Roma. È stato per oltre vent’anni uno dei critici letterari — e lo specialista per la disciplina che insegna — presso il quotidiano «Il Popolo» di Roma e in seguito editorialista di affaritaliani.it. Dirige da alcuni anni per le Edizioni Solfanelli la collana di saggistica Arethusa.
Si è occupato di filologia e poetica, di italianistica e francesistica, ma anche di estetica, traducendo e/o curando molti testi letterari e filosofici, da Nodier a Verlaine, da Maupassant a Georges Blin, da Leopardi a Baudelaire, da Gautier a Courteline, da Shelley a Tagore, da Simone de Beauvoir a Vladimir Jankélévitch, da Maine de Biran ad Anne Simon, da Eugène Minkowski a Paul Ricœur, da Pierre Guiraud a Georges Poulet, da Hugo Von Hofmannsthal a Marina Van Zuylen. Meritano di essere menzionati, fra i suoi numerosissimi saggi, elzeviri e articoli, i due scritti accademici Orazio in Francia, apparso nella Enciclopedia Oraziana edita dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani (diretta da Scevola Mariotti) e Note esegetiche a Cesare Pavese, pubblicato sul «Giornale Italiano di Filologia» (diretto da Nino Scivoletto). Negli anni Ottanta e Novanta ha diretto la collana di varia umanità «La Scatola Magica» per l’Editoriale B M Italiana di Roma, dove sono usciti, fra gli altri, testi di Diderot, Shelley, Gautier, Herder, Tocqueville, Rilke e Mario Luzi.
Fra le monografie dell’autore ricordiamo La poesia di Vincenzo Cardarelli (1982), Mallarmé o la poetica dell’illusione (1990), Huit poèmes de Baudelaire (2008), Rileggere Baudelaire (2009), e, presso le edizioni Solfanelli (insieme ad Andrea Barbetti e a Silvia Peronaci), La vita è ricordarsi. Note su una poesia di Sandro Penna (2010), La scrittura come meditazione filosofica. Tre letture di Proust (2010), In fuga dal male. Dieci commenti a Baudelaire (2013) e Intervista con Ionesco (2017). Menzioniamo infine le garbate incursioni dell’autore nel campo dell’arte contemporanea. Di questo interesse non episodico sono testimonianza, oltre alla supervisione di vari cataloghi e monografie d’arte, le sue molteplici «occasioni» figurative.
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