Nobiluomini, nobildonne, dotti, religiosi,
militari e altri alla corte di Matteo Bandello
Nelle lettere di dedica bandelliane non manca proprio nulla della dimensione sociale, culturale, storica e politica cortigiana del Cinquecento. Persone, ambienti, situazioni, problemi, conflitti, aspirazioni, valori, cerimoniali, pregiudizi e luoghi comuni, tutto riprende magicamente corpo grazie alle dedicatorie; ogni elemento, ogni motivo, ogni particolare concorre a ricreare nell’immaginazione del lettore quella realtà ormai lontana nel tempo e perduta per sempre.
Nobiluomini e gentiluomini, nobildonne e gentildonne, dotti, religiosi, militari, mercanti, buffoni, artisti e altri personaggi caratteristici dell’ambiente cortigiano si riaffacciano, grazie allo scrittore lombardo, sulla scena del mondo per mostrare, sfilando in una sorta di rievocazione storica di antichi costumi e orpelli d’ogni tipo, ma tutti autenticamente d’epoca, la loro più intima dimensione umana, la consapevolezza di dover sostenere il ruolo affidato loro dalla storia fino in fondo, senza alcun dubbio o tentennamento di fronte al fato.