È un romanzo estremo, che descrive una vita a volte vissuta e altre volte no. Andro (nome di uomo e nome proprio) vive apparentemente tra lavoro e casa, ma in realtà è spesso in una dimensione aliena che lo porta con prepotenza alla ricerca della verità. Non era destino che Andro avesse due riproduzioni di Friedrich, Il viandante sul mare e Rovine di Eldena, né che accanto ci fosse un frammento di Alda Merini: “Quando si ha in noi il ricordo del passato e l'ansia del futuro, Cristo, la morte beve da noi l'eterno suo sostentamento”.
Andro viene condotto a bordo di un treno che non si ferma mai salvo due volte: durante un sogno e alla fine del viaggio, la prima volta in una foresta fantastica e alla presenza di una cattedrale che — secondo il protagonista ma non soltanto — è un’altra realizzazione di Friedrich, e precisamente il Paesaggio invernale con chiesa. Qui Andro si trova a vivere un sogno ipnotico nel quale, tra altri accadimenti, in uno strano Museo dei Sensi Perduti viene messo in contatto con una serie di cubi contenenti ciascuno essenze rare e preziose come Odore di Erba appena tagliata, Sapore di Mela Verde presa dall'Albero, Odore di Strada di Campagna Polverosa...
Nel cubo con il Cielo di Montagna con Stelle c’è un pulsante. Incuriosito, Andro lo preme, e sente la voce di Blaise Pascal che recita un suo pensiero: “Quando considero la piccola durata della mia vita inghiottita nell'eternità che la precede e che la segue, il piccolo spazio che occupo e che vedo inabissato nell'infinità degli spazi che ignoro e mi ignorano...”
Poi il convoglio prosegue, e Andro vive una fantomatica sequenza di immagini e di situazioni che lo coinvolgono con una realtà fantastica-concreta, e che alla fine, nel momento in cui il treno si ferma, lo portano verso la piena conoscenza.
Ma sarà una realtà vera?
A guidare l'autore in questa avventura qualcosa di vero c'è, e si tratta del suo lavoro presso la società dove ha prestato servizio come capo reparto e di cui gli era stata offerta la direzione della filiale per ben due volte e altrettante volte aveva rifiutato.
