Vittorio Emiliani (1935) ha cominciato a collaborare giovanissimo prima a "Comunità", poi al "Mondo" di Pannunzio e all’"Espresso" di Benedetti. Al "Giorno" ha iniziato ad occuparsi e a scrivere di urbanistica e di centri storici sollecitato anche dal direttore Italo Pietra, compiendo numerose inchieste.
La conoscenza dei problemi della tutela l’ha approfondita frequentando le Soprintendenze, a cominciare da quella di Bologna e della Romagna retta prima da Cesare Gnudi e poi dal fratello maggiore Andrea, partecipando ai censimenti dei centri storici di intere vallate.
A Roma, al "Messaggero" che poi ha diretto per sette anni, ha potuto ampliare la gamma dei propri interessi in materia.
Nel 1983 ha ricevuto per questo da Giorgio Bassani il Premio Zanotti Bianco. Nel 1988 ha realizzato col regista Leandro Castellani per Rai2 una inchiesta in sette puntate "Le mille e una Italia". Più recentemente per RaiSat con Luca Criscenti "Bella Italia che patria mi sei" in otto puntate. Numerosi i suoi libri in materia (vedi bibliografia).
Nel 1997 ha costituito con Luigi Manconi, Vincenzo Consolo e Viviane Lamarque il Comitato per la Bellezza che tuttora presiede. Collabora al "Fatto", ad "Huffington Post", al supplemento culturale domenicale del "Sole 24 Ore", ai quotidiani del Gruppo L’Espresso, alle pagine romane del "Corriere della Sera", a "Patrimonio Sos" e ad "Articolo 21".