Una cintura con diciotto stelle nasce dallo sfogo di un soldato che, prima di abbandonare definitivamente la divisa, è ancora una volta costretto a obbedire agli ordini da parte della super-moglie di un capitano.
Finiti quasi del tutto i diciotto mesi passati letteralmente a servizio della donna, il soldato non riesce a liberarsi dal servizio ex-militare e tanti sono gli aneddoti e le vicissitudini che il povero ragazzo racconta al lettore, compresi dei momenti di forte ingiustizia ma anche pochi, rari, momenti di leggerezza e anche di intimità, quando nell’isolamento della nebbia, si trovava da solo a fare il turno di guardia.
Questo è un detto che appare scritto su un muro: “La naia è un ozio senza riposo dove il facile diventa l'inutile per la conquista del nulla”; queste sono le stesse parole proferite dalla moglie del capitano al malcapitato quando si rifiutava per il servizio casalingo, perché ne aveva le tasche piene e le aveva detto che non sarebbe più' andato a servizio.
La risposta della donna, è la seguente: “Vuoi che ti mandi in Sardegna?”
Ecco il punto: l’espressione del potere impugnato da una cialtrona moglie di fottuto capitano, simbolo delle grandi ingiustizie subite.