Terre promesse, un viaggio in varie parti del mondo, tra drammi, violenza, eroismi, viltà, atti di orgoglio e resistenza, è un titolo che lascia trasparire una profonda amarezza, nata dalla consapevolezza dell’agire umano.
I protagonisti intercettano le vicende della storia passata e presente in un gioco di speranze, inquietudini personali e illusioni di cambiamento. Si evocano mondi e situazioni che, lontane tra loro nel tempo e nello spazio, hanno però in comune personaggi in bilico tra vita e morte. Il caso si intreccia con le vicende degli uomini, precipitandoli all’improvviso verso il dramma, persone comuni vengono trascinate nella realtà delle manovre e dei complotti internazionali. Una frase ne è efficace sintesi: “l’importante è il terrore, senza un timbro comune”.
In un’atmosfera spesso cupa ecco però, come lampi, palesarsi altrettanti esempi della forza dell’istinto vitale, che prevale sempre e si afferma mediante il suo inesorabile riprodursi nelle forme viventi. Di contro a ogni cieca violenza, si erge così a tratti, vincente pur nella sconfitta, l’orgoglioso agire di quanti ancora credono nella vita e combattono per essa.