Arrivata alla maturità, Rebecca, la protagonista del romanzo, non si riconosce più nel ruolo di moglie e di madre assolto con un certo scrupolo pur con dubbi e rimpianti dovuti a una mai chiarita definizione delle proprie aspirazioni giovanili.
Con la raggiunta autonomia delle tre figlie e il loro distacco dalla casa dei genitori, in preda a una crescente insoddisfazione di sé e ad una pressante ennui de vie, ritiene sia giunto il momento di abbandonare il marito per cercare una nuova dimensione esistenziale, meno angusta e riduttiva rispetto a quella che è convinta d’aver vissuto fin lì.
Il suo distacco produrrà una crisi profonda in tutti i familiari, dal marito alle figlie, ma ella rimane sorda a tutti i loro appelli a tornare sui propri passi. Tuttavia, la sua nuova vita non si tradurrà in un percorso di libertà e di affermazione, bensì finirà per rivelarsi una discesa inesorabile verso l’umiliazione e la perdita della stima di sé, provocando un profondo ripensamento rispetto alla scelta compiuta e il rimpianto dell’esistenza a cui ha voltato le spalle con troppa leggerezza.