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Arethusa



L'AUTORE

Bio-Bibliografia



LE OPERE

L'equivalenza estetica







Paolo Pullega

L'EQUIVALENZA ESTETICA

con altri scritti di arte e di economia



L'equivalenza estetica

     Cos’erano prima dell’estetica, disciplina nata nel 1750, gli oggetti cui oggi diamo il nome di ‘opera d’arte’? Erano oggetti che servivano a qualcosa. La loro funzione poteva essere religiosa o politico-celebrativa. Se vogliamo capirne la funzione propria, spiega Paolo Pullega, dobbiamo ricorrere all’economia classica e adottare il concetto di ‘valore d’uso’ che gli economisti attribuivano ai prodotti per ciò che servivano.
     Se riusciamo ad assegnare un valore estetico a un oggetto, da un orinatoio a una carcassa di animale in paraffina, il suo valore economico può crescere in misura esponenziale. Il nodo è l’attribuzione di un valore estetico che determina l’oscillazione di quello economico. Esiste un’«equivalenza» fra estetica ed economia, una corrispondenza di valori. L’apoteosi della bellezza è anche quella del denaro.
     Il rapporto fra dimensione estetica e dimensione economica, nato come problema reale solo nella modernità, acquista un rilievo esasperato nella prospettiva della società della comunicazione. Altri temi vengono qui abilmente esaminati dall’estetologo bolognese, dal concetto di straniamento a quello di riproducibilità dell’opera d’arte, dall’idea di originale a quella di copia.
     I cinque saggi che compongono la silloge, spesso nati da articoli occasionali sul tema, costituiscono un dialogo a distanza con Walter Benjamin. Ma il dibattito, assai più vasto, investe la ‘profezia’ di Hegel e la crisi del mercato del lavoro nel XXI secolo, le nozioni di alienazione, di aura e di autenticità.




[ISBN-978-88-7497-679-9]

Pagg. 104 - € 10,00


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