Navigare necesse est. Il viaggio di Antonio Perrella comincia per mare, dai ghiacci del Nord fino al Mediterraneo, dal Medioriente ai Mari del Sud, e da lì all‘Africa. Per una folata di vento la rotta cambia, sterza e lo riporta sulla terraferma, in una terra che non è la sua ma che presto lo diventa. Un patriottismo di cuore, di appartenenza umana, così profondamente radicato da fargli imbracciare il fucile per difendere i principi di uguaglianza, fratellanza e libertà in cui crede e per i quali si impegna in una battaglia senza esclusione di colpi. Da Napoli a Barcellona, Antonio non si risparmia: integrità morale e intransigenza lo distinguono dal principio alla fine.
Per tre lunghi giorni si fusero con la massa anonima; alla vendetta risposero con la vendetta, alla violenza con la violenza. La terra si tinse di rosso e il cielo di quelle notti d’estate fu rischiarato dal bagliore degli incendi che avanzavano dall’Andalusia, dall’Estremadura, dalla Galizia. Le chiese e le torri dei campanili e i conventi si tramutarono in fortezze.