Come è possibile spiegare la presenza non solo dei concreti, singoli mali del mondo, ma anche quella di un male del mondo che non è redimibile, nonostante buona volontà umana? Quale giustificazione si può trovare per un’esistenza che appare costituita sui segni del dolore e della morte?
Per tentare di dare una risposta a queste domande, Veronica Di Paolo ha scelto di prendere in esame uno degli autori più noti e amati del panorama letterario italiano: Giacomo Leopardi.
Il noto poeta e pensatore recanatese è stato costantemente inquietato dal problema del male. Anzi, si potrebbe dire che il perno attorno al quale ruota tutta la sua meditazione filosofica è proprio il problema del male, dell’infelicità nativa e strutturale tipica non solo dell’essere umano, ma di tutti gli esseri viventi.