Per la prima volta una ricerca storiografica ricostruisce in modo dettagliato forme istituzionali e prassi di governo e ridà voce ai funzionari dell’amministrazione italiana del Dodecaneso, che segnò per quelle isole del mar Egeo il ritorno in Europa e l’ingresso nella modernità.
Il volume esamina gli sviluppi dell’ordinamento giuridico delle isole del Dodecaneso sotto l’occupazione provvisoria (1912-1923) e poi la piena sovranità dell’Italia (dal 1923 alla seconda guerra mondiale), col passaggio da un’amministrazione diretta da militari a una di funzionari civili, evidenziando le sfere di autonomia di cui godettero sino al 1936 le tre comunità etniche insulari: greca ortodossa (preponderante di numero e desiderosa di unirsi alla Grecia), turca musulmana (retaggio del precedente dominio ottomano), israelita sefardita (di quest’ultima viene delineata anche la situazione successiva alle leggi razziali del 1938).
Il libro passa poi a descrivere come le autorità italiane nel 1912-1922 intervennero nella realtà locale, organizzarono ex novo i servizi pubblici ed elaborarono progetti inattuati di statuto per garantire una certa autonomia all’isola di Rodi.