Come si progetta e si costruisce
una casa da perfetti architetti
rimanendo filosofi
Ludwig Wittgenstein, il geniale filosofo del linguaggio, tanto geniale da aver scritto una sola opera, il celebre Tractatus logico-philosophicus, e con questa aver detto tutto. E grazie a questa opera composta di solo sette proposizioni, che però cercano di spiegare il mondo, essere ammesso di colpo nell’olimpo dei più illustri logici e matematici del tempo, alla pari con Bertrand Russell e Gottlob Frege.
In questo breve studio ho voluto però descrivere il Ludwig più familiare e più intimo, il rapporto collaborativo con l’altrettanto geniale e bellissima sorella, in un’attività inconsueta per un filosofo, cioè la progettazione architettonica e la direzione dei lavori per la costruzione di una villa in un quartiere residenziale di una Vienna appena uscita fumante dalle rovine della Prima guerra mondiale.
In quel mondo di macerie e di sconfitte morali, due giovani fratelli si ritrovano e progettano insieme una villa che è certamente il simbolo di una ricostruzione più morale che materiale.
Si tratta di un breve divertissement, un omaggio al grande logico-matematico e filosofo che fu anche un valente architetto in una città, Vienna, nella quale «si amava la malinconia con la stessa leggerezza con la quale si amava il piacere» (Joseph Roth).