Carmelo Ottaviano (1906-1980) si laurea in filosofia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e a trentasei anni ottiene la sua prima cattedra di filosofia all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Nel 1933 fonda "Sophia", una rivista internazionale di filosofia, che fu una delle voci del dibattito filosofico italiano per oltre un quarantennio.
La sua esperienza intellettuale è all’insegna della battaglia contro l’immanentismo, rappresentato dall’idealismo italiano del Novecento. Su questa scia si colloca Critica dell’idealismo (1936), uno dei pochi testi a essere tradotto nella Germana nazista, ma ben presto censurato, a causa della dura critica all’idealismo di Giovanni Gentile.
Ottaviano conosce a menadito il pensiero filosofico medievale, studiando molte opere inedite, ed elaborando una nuova metafisica permeata di Cattolicesimo, in particolare delle verità di fede.
L’opera che contiene la summa del suo pensiero è Metafisica dell’essere parziale (1942), con cui il filosofo vuole porre le basi per una costruzione filosofica distaccata dai postulati caratteristici del pensiero classico (greco e medievale) e moderno (dal Rinascimento italiano a Cartesio), verso una “quarta età” della speculazione filosofica. Trasferitosi a Catania nel 1948, fonda e dirige l’Istituto di Magistero, dove insegna, oltre alla Storia della Filosofia, anche Pedagogia e Psicologia.
Tra le opere ricordiamo: Un nuovo documento intorno alla condanna di Gioacchino da Fiore nel 1215 (1935); La Fisica di Tommaso Campanella nell’inedita Physiologia italiana (1938); Le incertezze della scienza moderna (1959); Didattica e pedagogia, ovvero La mia riforma della scuola (1968); La legge della bellezza: considerazioni teoriche e applicazioni pratiche, ovvero La mia soluzione del problema estetico (1968); Manuale di storia della filosofia (1970-72).