Dal sindacato unico fascista al sindacato corporativo,
dall’economia corporativa alle corporazioni
e alla Camera dei Fasci e delle Corporazioni
Questo saggio storico è la riscrittura di una tesi di laurea dell’Autore discussa negli Anni di Piombo, presso l’Università degli Studi di Perugia, il 9 dicembre 1970, con relatore il prof. Sergio Bertelli e contro-relatore il prof. Marino Bon di Valsassina, dal titolo: “Inquadramento storico, componenti e prospettive del corporativismo, come concezione politica fondamentale nell’analisi della dinamica fascista”.
L’oggetto, per quei tempi, era proibitivo, ma ideologico, e sfidava il conformismo assembleare catto-comunista, e per questo attirò molte attenzioni. Lo stesso relatore, consapevole del bisogno estremo di gettare un sasso in piccionaia e smontare la marea del minculpop proletario, solo con una tesi storica “caratterizzata” da un profondo e provocatorio significato sociale, per approfondirla, spedì Scagnoli a consultarsi con due giganti del pensiero storico e sociale, Ugo Spirito e Renzo De Felice. Ricevendo a Roma il laticlavio anche dall’ISPE, istituto di studi storici e politici del MSI. Per venti anni fu poi un collaboratore dello stesso Istituto di Studi Corporativi di Gaetano Rasi (oggi facente parte della Fondazione Spirito-De Felice).
Con questo saggio, l’autore, intende ripulire lo strato di polvere che la storiografia del pensiero unico ha sparso su questo importante e strategico periodo della nostra storia, e dare la possibilità a quei giovani, che non hanno ancora perduto la loro autonomia di pensiero, di approfondire non solo un’epoca fondamentale della storia italiana, ma anche una serie di strumenti, leggi e istituzioni che ne fecero un modello sociale assoluto, tuttora spendibile.