Il libro di Piero Di Giorgi, dopo avere rilevato la grave crisi che attraversa la scuola, anche a causa del non adeguamento ai cambiamenti verificatisi nell’epoca della complessità, palesa che non ci può essere più posto per una scuola nozionistica, verbalistica e trasmissiva e che occorre un cambio di paradigma che capovolga la prassi educativa attuale. L’autore presenta delle proposte innovative per rendere la scuola meno noiosa e più coinvolgente per i ragazzi, facendoli diventare protagonisti attivi del loro apprendimento, attraverso un sapere basato sulle domande e sul dubbio metodico. Serve una scuola che superi l’individualismo competitivo e i rituali della spiegazione, dell’interrogazione, dei voti e dei compiti a casa, della lezione frontale, tutti fattori che generano disuguaglianze e dropout. Una scuola attenta ai bisogni di ciascuno, perché dal modo in cui educhiamo, possiamo creare persone sane o malate, dogmatiche e conformiste o creative e critiche. Una scuola educante deve funzionare come un grande centro di cultura e di ricerca ed essere una palestra di confronto, di dibattito e di democrazia, una scuola-laboratorio dove nulla è dato per scontato, una scuola non a compartimenti stagno ma che contestualizza il sapere e collega le diverse discipline all’interno di un sapere unitario facendo cogliere la totalità del reale nelle sue interconnessioni. La migliore riforma della scuola fallisce senza la qualità degli insegnanti. A tal uopo, occorre investire sulla loro formazione, esaltandone la funzione e il prestigio con retribuzioni adeguate all’importanza del ruolo rivestito. Una scuola rinnovata, stimolante, che rende piacevole lo stare bene insieme, che educa al pensiero divergente e forma persone critiche e consapevoli, che educa alla cittadinanza attiva, alla cultura democratica, pluralistica e solidaristica può costruire una cultura cosmopolita, può essere un volano di sviluppo e di cambiamento in direzione di una società più democratica e più giusta, può davvero cambiare il mondo.