Da qualche anno l’Europa continentale è in subbuglio. A causa della rivoluzione, dice la gente. A causa dei peccati degli uomini e della punizione di Dio, aveva profetizzato già qualche anno prima San Benedetto Giuseppe Labre.
 L’Italia sembra essere fuori dalla tempesta, ma questa preme ormai ai suoi confini. E chi può trattenerla, se nella penisola non vi è né unità nazionale, né una forza militare capace di sbarrarle la strada? Tra le realtà politiche italiane soltanto il regno di Sardegna può fare da scudo all’invasore, ma, una volta che esso verrà neutralizzato, per il predominio nella penisola combatteranno quasi soltanto eserciti stranieri: francesi, austrici, russi, inglesi, turchi.
 Il rivolgimento generale che ne segue, se perviene a sconvolgere l’assetto esteriore anche di regioni appartate e pacifiche come la Marca di Ancona, non giunge, però, ad arrestare i sentimenti e le passioni degli uomini. Vi è ancora spazio per le misteriose vie dell’amore e della fede. Per queste vie il giovane Ludovico e la giovanissima Gemma saranno condotti, attraverso i marosi della tempesta politica e militare, ad orizzonti imprevisti ed a presentire l’alba di «un più sereno dì» per il giardino d’Europa.