La bandiera nera dell’ISIS sventola sul Colosseo in un video di propaganda dell’effimero Califfato: in che modo i fondamentalisti riprendono una profezia attribuita a Maometto sulla conquista di Roma? E perché in piena guerra mondiale Pio XII consentì di girare in Vaticano un film celebrativo sulla sua persona intitolato, come un motto della profezia sui Papi di Malachia, “Pastor Angelicus”?
Da sempre il potere utilizza le profezie come strumenti di affermazione politica: l’America protestante ha combattuto le sue ultime guerre sfogliando le pagine dell’Apocalisse. E se da un lato si allineano profezie comicamente smentite – come i ripetuti annunci di fine del mondo da parte di qualche sette della domenica – d’altro lato stupisce come la previsione, citata dall’autore latino Censorino, sulla durata dell’Impero Romano si sia verificata con serissima puntualità.
Studiare le profezie e le previsioni può diventare oggi un esercizio di razionalità, laica e per nulla credula, per comprendere quali ansie agitino il presente e (perché no) quali premonizioni emergano dall’inconscio collettivo.
In questo saggio si analizzano le quartine di Nostradamus sulla conquista islamica dell’Europa e le visioni della beata Katharina Emmerick sulla “chiesa con due papi”.
Si passano in rassegne opere di romanzieri come Howard e Raspail e le previsioni di grandi autori come Spengler e Soloviev. Spengler annunciò dopo il “tramonto dell’Occidente” la nascita di una nuova civiltà euroasiatica nelle sconfinate pianure russe; Soloviev nel suo “racconto” predisse che l’Anticristo sarebbe apparso sotto le mentite spoglie di filantropo, animalista, vegetariano, ecumenico: l’Anticristo sarà un “buonista”.