Riuscire a “cambiare pelle”, ad abbandonare quella troppo stretta dell’adolescente per entrare nel mondo degli adulti è un processo impegnativo, per alcuni più che per altri.
La morte della madre è per Eliana il doloroso punto di partenza, la crepa profonda che permette al bruco di diventare farfalla. Tra Roma e il peso della storia e il cielo libero d’Australia, il percorso di Eliana è un tuffo a capofitto. Entra dentro di sé, cerca nel proprio fondo, trova collocazione alle sue paure, si lascia spingere verso l’esterno, dove si lascia condurre dalla sua fisicità ad allungare la mano per toccare la vita. L’esperienza a misura d’adolescente le fa scoprire una dimensione tangibile, fatta di carne e di sensazioni, non solo di pensiero. La porta finalmente si apre ed Eliana è pronta a provare a volare.
Con una scrittura metaforica dall’intensità incalzante, la storia dei primi passi della protagonista stabilisce con il lettore un rapporto intimo, a cui fa da sfondo il mistero che si nasconde dietro gli eventi e le scelte di ogni vita.
È una scatola quadrata, lo so. Fuori tutto è ormai ingarbugliato, reti dalle maglie sottili partono da ogni suo angolo e si lanciano fuori, come braccia protese. È così difficile lasciare che si apra. Sto cercando di allentare la presa.