LA DIFESA DELLA "FEDELISSIMA" CIVITELLA DEL TRONTO
Presentazione di Pucci Cipriani
Prefazione di don Gabriele D’Avino
L’assedio di Civitella del Tronto ebbe qualcosa in più: gli ufficiali che comandavano la piazzaforte andarono ben oltre il loro compito; in fondo avendo il Re decretato la resa pochi giorni prima era implicito che tutti dovessero arrendersi e invece quei soldati non vollero. Perché? Perché si resero conto di essere gli ultimi: gli ultimi rappresentanti non solo di un Regno ormai destinato alla dissoluzione, ma gli ultimi rappresentanti di un ordine costituito, quello della civiltà cristiana, incarnata, imperfettamente, in un Regno legittimo.
Civitella del Tronto si fonda sulla Santa Messa: la Messa di sempre, la Messa antica, la Messa di san Pio V, la Messa tridentina; rito che fino al Concilio Vaticano II era quello indiscusso di tutta la Chiesa universale, e che ora viene difeso da un pugno di fedeli “soldati” che ancora si ostinano (proprio come a Civitella nel 1861!) a difendere un principio. Questa volta il principio non è umano, non è politico, ma è quello della Fede.