Un Novecento percorso dalla miseria, dalle epidemie,
dagli orrori di due guerre
Michelina è una bracciante di Lucera, sveglia e perspicace. Nata nel Novecento, all’indomani della Grande Guerra si trova ad affrontare la pesante realtà del Sud, dilaniato dalla miseria, dalle epidemie, da crescenti disordini sociali. Nel 1922 sposa Antonio, anche lui bracciante, insoddisfatto della sua condizione e propenso a smaltire il magone in cantina, giocando a tressette e ubriacandosi. Di idee socialiste, Antonio vede nella lotta portata avanti dal partito l’unico mezzo per risollevare le sorti del suo paese. Sicché, quando a Lucera scoppia una rivolta contro l’aumento del prezzo del pane ne prende parte attiva. Ma le rivendicazioni vengono soffocate nel sangue. Michelina, intanto, intuisce che per orientarsi negli sconvolgimenti del suo tempo è necessario imparare a leggere e scrivere. Si lancia così nell’impresa, lasciandosi guidare da un maestro bambino e dal messalino delle preghiere da cui copia le lettere. Fallito il tentativo di far fortuna ad Addis Abeba, Antonio decide di emigrare a Torino, con la famiglia. Ma ancora una volta sbaglia i suoi conti. Ad attenderlo trova la minacciosa ombra di un’altra guerra profilata all’orizzonte.