Incastrati tra la minaccia di un virus invisibile, da un lato, e quella di rigurgiti di mai sopita smania bellicista, dall’altro, viviamo ore di impaurito disorientamento, cercando risposte in improbabili soluzioni scientiste, foriere spesso di minacce ancora peggiori. Prima tra tutte la tentazione di rafforzare l’intelligenza umana con quella “artificiale”, in un rapporto uomo-macchina che può arrivare persino a compromettere la capacità di distinguere tra il “bene” e il “male”, privilegiando l’utilitaristico rispetto all’etico, la scienza e la conoscenza rispetto alla sapienza.
Di tutto questo e d’altro ci occuperemo con queste pagine, in buona compagnia. Qui una sola “urgente” premura: «L’errore più radicale nell’epoca moderna è quello di ritenere l’esigenza religiosa dello spirito umano come espressione del sentimento e della fantasia, oppure prodotto di una contingenza storica, mentre in quella esigenza gli esseri umani si rivelano per quello che sono: esseri creati da Dio e per Dio.» (Giovanni XXIII, Mater et Magistra)
Tanto più in un mondo in balìa di turbolenze epocali che ne mettono a rischio le possibilità stesse di sussistenza.