Al centro di questo lavoro sono gli abitanti di Fossacesia ( Fossaceca come era chiamata sino all’unità d’Italia, anche se i timbri ufficiali del XVIII secolo riportano Fossa Cecha).
Il primo saggio sui “baroni” di Fossaceca mette in risalto l’onestà la fedeltà e l’orgoglio degli abitanti nei confronti dei loro “padroni”: onestà nel rispetto delle regole, fedeltà nelle relative vicende di successione, orgoglio nel porre limiti ai servizi dovuti e alle spese necessarie in caso di giudizio.
Il secondo saggio, oltre a mettere a confronto lo Statuto del 1553 e quello del 1555, coglie l’occasione per far risaltare la vita quotidiana e le relative regole imposte per il buon vivere della comunità attraverso le pagine dello Statuto del 1555, che abbiamo cercato di illustrare anche con alcune appendici relative alla città di Vasto.
Il terzo saggio riporta il Catasto del 1743, fonte inesauribile per conoscere i nomi delle famiglie residenti a Fossaceca, i loro gradi di parentela, le loro proprietà, le attività dei singoli e dei massari, il quadro economico dell’epoca e , talvolta, purtroppo, la dignitosa miseria di alcune vedove colpite da un amaro destino. L’importanza del Catasto risulta evidente se si pensa che il Regno d’Italia istituì la prima anagrafe non obbligatoria con il RD del 31 dicembre 1864, n. 2105, poi resa obbligatoria con la legge 20 giugno 1871, n. 297.
Abbiamo aggiunto una pagina di storia locale riguardante i contrasti sorti tra Fossaceca e Santa Maria a Mare per la ricostruzione di un mulino: processo presso la Regia Audienza che si concluse senza vincitori dopo anni di battaglie legali.