A distanza di diversi anni dallo scoppio della più grave crisi economica del secondo dopoguerra, il mondo politico-economico si dimena alla ricerca di una soluzione che non appare dietro l’angolo. Economica Fenice è il tentativo di dare una spiegazione globale alla grande crisi di cui il mondo occidentale sta facendo esperienza sin dal 2007. La crisi è stata spiegata, di volta in volta, come un fenomeno finanziario, legato al debito o alla valuta. Tuttavia, l’autore spiega come noi dovremmo guardare alla crisi come ad un globale fenomeno di natura più generalmente economica. Gli aspetti finanziario, debitorio e valutario sono tutti correlati l’un l’altro, ma da soli non bastano a spiegare le radici di uno sviluppo economico che procede con moto ondulatorio, alternando crescita e depressioni.
Attraverso una profonda analisi di natura metodologica, l’autore chiarisce perché gli economisti contemporanei non siano in grado di capire la reale natura della crisi, limitandosi a coglierne solo alcuni aspetti marginali. Inoltre, riferendosi a grandi economisti del passato quali Schumpeter, Spiethoff, Mises e Hayek, l’autore tenta di edificare una nuova teoria integrata dei cicli economici, capace di tener conto di elementi positivi di diversi approcci.
Dopo aver edificato la propria impalcatura teorica, l’autore delinea le ragioni del perché un’economia di reale libero mercato possa contribuire a sviluppare un sistema economico caratterizzato da crescita sostenibile, mentre ogni grado di pianificazione economica non lo sia. Infine, nel volume possiamo trovare una spiegazione del perché, a detta dell’autore, oggi l’Europa non dovrebbe abbandonare la valuta unica.
L’autore cerca inoltre di delineare una via d’uscita dal presente pantano economico, sottolineando come soltanto un mutamento radicale verso una società di reale libero mercato possa permettere al sistema, attraverso un doloroso riaggiustamento, di camminare verso la luce.
Copertina di Massimiliano Morandini e Aldo Caprini