Quando ancora c’era la Fede
e si pregava in latino
Presentazione di Massimo de Leonardis
Postfazione di Cosimo Zecchi
Alcuni passaggi del libro sono chiari e illuminanti, come ad esempio il racconto del rito della benedizione dei sepolcri: "In quel momento si pensava davvero, anche noi bambini, al purgatorio, al suffragio di cui le anime avevano bisogno". Era sì un momento dell'anno, una ricorrenza, ma anche una rappresentazione diretta delle cose di Dio, vissuta senza mai aver aperto un libro di teologia, senza aver fatto catechismo, immediatamente comprensibile anche per un bambino.
Eventi meramente folkloristici come la Festa del Grillo si affiancavano a celebrazioni sacre come l'Ascensione, rappresentando di per sé un vero e proprio calendario popolare di ampia condivisione in ogni singola piega di una comunità vera e omogenea.
Il calendario nel Borgo di Pucci Cipriani è composto certamente dai giorni che prendono vita nelle festività e ricevono significato dal calendario liturgico. Questo faceva sì che anche un bambino conoscesse bene i momenti dell'anno, ma soprattutto avesse ben chiaro il motivo e il perché si festeggiasse una ricorrenza.
L'operosità con cui ogni parente interpretava un ruolo chiave, parla già di per sé come tutto fosse fondamentale e fondante per la vita di allora, riportandoci al più immediato dei comandamenti: ricordati di santificare le feste.
È chiaro il grande valore umano – prima che educativo, storico e politico –, l'aspetto che caratterizza e colpisce della famiglia tradizionale: seminando in profondità con le sembianze di rituale della memoria, il seme germoglia poi nell'uomo adulto sotto forma di fede e preghiera; la dolcezza di una mamma che ci insegnava a dire preghiere e rosario, ci porta ancora oggi a pregare a nostra volta per non far morire il ricordo stesso della madre dentro di noi.
In copertina: Enrico Pazzagli, Panorama di Borgo San Lorenzo visto dai bastioni (Coll. Priv. Pucci Cipriani)