Questo libro da un lato è la cronaca di una prima esperienza universitaria di “Valutazione della Qualità della Ricerca” (VQR). Da un altro lato, è dell’“Università di domani” che già tratta. E lo fa in aperta polemica con la “volontà prava dei gruppi politici dominanti che hanno sistematicamente rifiutato una seria riforma dell’Università”, rendendo vani “gli sforzi più seri di miglioramento” e offrendo “facili alibi a una tradizione di incuria e di disprezzo della cultura, della scienza, della scuola”, che dall’Unità arriva fino a noi. Giacché “senza una consapevolezza precisa dei fini dell’Università, e della sua funzione nella società, senza una rigorosa veduta teorica della ricerca scientifica, e soprattutto senza una chiara scelta politica, parlare della riforma dell’Università è tempo perso, e vuota retorica” (così Eugenio Garin).
Franco Ferrarotti, a sua volta: “Ti propongo quella che chiamo la ‘via cenobitica all’università di domani’, fondata su piccoli gruppi, in formato seminariale, in cui il professore professi le sue idee a tutto il gruppo, in un rapporto a faccia a faccia, ne discuta, le respinga, le faccia proprie, riscoprendo, in una sorta di concordia discors, la comune umanità degli esseri umani e la cultura come strumento di autoconsapevolezza per la costruzione dell’individuo autotelico”.