Antonello Tolve, già docente, a Salerno, di Storia dell’arte moderna e contemporanea, insegna attualmente Pedagogia e didattica dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Macerata. Critico d’arte e curatore indipendente, collabora regolarmente con diverse testate del settore. Studioso delle esperienze artistiche e delle teorie critiche del Novecento, con particolare attenzione al rapporto che intercorre fra arte, critica d’arte, antropologia e strumenti pedagogici, ha pubblicato, in questo ambito, numerosi saggi e la monografia Ubiquità. Arte e critica d’arte nell’epoca del policentrismo planetario (2012).
All’interno dei suoi studi ha analizzato il rapporto fra arte, critica d’arte e teatralizzazione dell’arte, analisi poi confluita in una monografia, Giardini d’utopia. Aspetti della teatralizzazione nell’arte del Novecento (2008). Tra i volumi più recenti, Gillo Dorfles. Arte e critica d’arte nel secondo Novecento (2011), Giuseppe Stampone. Estetica Neodimensionale / Neodimensional Aesthetics (2011), Bianco-Valente. Geografia delle Emozioni / Geography of Emotions (2011), ABOrigine. L’arte della critica d’arte (2012), Maria Crispal. Icona Connettiva / Connective Icon (2012).
Dal 2008 collabora con la Fondazione Filiberto Menna e, dal 2009, dirige, con Stefania Zuliani, per l’editore Plectica, la collana Il presente dell’arte.
Ha curato numerosi cataloghi e mostre, in Italia e all’estero, fra cui Lunatiche. Erotica Eretica Eroica (2009), Avventure minime. Miocinesia nell’arte d’oggi (2010), GRATIS, et amore artis (2010), Eye Run (2010), Running Glance (2011), La giovinezza reale e l’irreale maturità (2011), Ma quale, tra tutti i mondi, è il più esclusivo? (2011), Post Printing (2011), Show Time (2011), Apparizioni a Mezzogiorno (2012), Il pittore con la valigia (2012), Break Up (2012), Vie di fuga (2013), Sguardi sulla realtà (2013), Mary Zigoury. Laborintus (2013), Lineis et coloribus (2013) e Pierpaolo Lista. Unknow Destination (2013). Per la collana Arethusaha curato l’Introduzione all’arte del nostro tempo di Giorgio Castelfranco.