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Sebastiano Timpanaro
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Sebastiano Timpanaro (Parma 1922-Firenze 2000), allievo di Giorgio Pasquali, è stato filologo, critico letterario e filosofo. Intellettuale molto ricco e poliedrico, fu uomo schivo e appartato che preferì al lavoro nell’università quello presso una casa editrice, La Nuova Italia di Firenze. Amava farsi chiamare «correttore di bozze». Finì comunque per accettare per qualche tempo, alla fine della sua carriera di studioso, un posto di professore a contratto presso la cattedra di Storia moderna di Antonio Rotondò. Nella sua produzione Timpanaro si è occupato in particolar modo di filologia classica, greca e latina, e della filologia ha serbato sempre lo spirito di disciplina. Si è occupato di Leopardi, di letteratura italiana contemporanea e di alcuni grandi momenti filosofici dell’Ottocento, conciliando in modo personale materialismo, strutturalismo e psicoanalisi freudiana.
Scrisse egli stesso della propria formazione in questi termini emblematici: «Fin da giovanissimo ho avuto un vivo (anche se confuso e dilettantesco; e tale è sostanzialmente rimasto) interesse per la filosofia, derivato soprattutto dall’aver avuto un padre idealista di sinistra, fautore di un inserimento delle scienze fisico-matematiche e naturali in un idealismo gentiliano concepito come assoluta immanenza. Il mio materialismo... ha avuto le sue prime origini nelle interminabili discussioni con mio padre, discussioni affettuose e tempestose ad un tempo. Io ritenevo che egli avesse tutte le ragioni nel rivendicare il pieno valore conoscitivo della scienza contro la riduzione crociana della scienza a pseudo concetto... Mi andai sempre più convincendo che una vera rivalutazione della scienza dovesse avvenire contro, non dentro l’idealismo; e che, inoltre, l’idealismo fosse pur sempre una religione, anche se immanente e non trascendente».
Fra le sue opere principali ricordiamo La filologia di Giacomo Leopardi (1955 e 1978), La genesi del metodo di Lachmann (1963 e 1980), Classicismo e illuminismo nell’Ottocento italiano (1965, 1969 e 2011), Sul materialismo (1970 e 1975), Il lapsus freudiano. Psicanalisi e critica testuale (1975), Contributi di filologia e di storia della lingua latina (1978), Aspetti e figure della cultura ottocentesca (1980), Per la storia della filologia virgiliana antica (1986), Nuovi contributi di filologia e storia della lingua latina (1993), Nuovi studi sul nostro Ottocento (1995), Virgilianisti antichi e tradizione indiretta (2001, postumo). Curò, con G. Pacella, l’edizione degli Scritti filologici (1817-1832) di Giacomo Leopardi (1969). Fu membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei e della British Academy.
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