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Maurice Merleau-Ponty
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Maurice Merleau-Ponty (1908-1961) è ritenuto uno dei grandi maestri del pensiero francese contemporaneo. Dopo aver insegnato alla Sorbona e all’École Normale Supérieure di Parigi, nel 1953 fu nominato professore al Collège de France, dove portò avanti la sua attività accademica. Con l’amico-nemico Jean-Paul Sartre condividerà l’esperienza della prestigiosa rivista «Les Temps Modernes», di cui Merleau-Ponty fu un membro importante oltre che co-fondatore, esperienza da cui prenderà le distanze nel 1953 per divergenze ideologiche dedicandosi prevalentemente all’insegnamento. Morì prematuramente a 53 anni lasciando alcuni importanti testi incompiuti e utilissimi résumés dei suoi corsi, quasi tutti pubblicati o in via di pubblicazione.
Sul piano filosofico il pensiero di Merleau-Ponty – che si riallaccia alla fenomenologia di Husserl interpretata in modo del tutto originale – radicalizza il rapporto fra coscienza e mondo e si distacca dalla prospettiva sartriana, fondata sulla rappresentazione dualistica del reale. La corporeità ha un’importanza capitale nelle sue teorizzazioni, è il filo conduttore che apre il nostro esserci all’alterità diventando il luogo originario entro cui accade il mondo. Il corpo non è solo una cosa, un potenziale oggetto di studio della scienza, ma la condizione necessaria dell’esperienza; con esso si afferma il primato del momento percettivo, inteso come momento unitario del modo in cui l’uomo sente e vive. Il «visibile», infatti, è foderato di «invisibile», sul modello delle mani umane che si toccano l’un l’altra e possono sentirsi ora «toccata» ora «toccante». Il rapporto di Merleau-Ponty con la fenomenologia, a detta di alcuni autorevoli studiosi, ha originato una delle più ricche prospettive di pensiero dell’intero Novecento filosofico.
Fra le sue opere più significative ricordiamo La struttura del comportamento (1942), Fenomenologia della percezione (1945), Senso e non senso (1948), Elogio della filosofia (1953), Le avventure della dialettica (1955), L’occhio e lo spirito (1961), Il visibile e l’invisibile (1964, postumo).
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