BIO-BIBLIOGRAFIA


LE OPERE

Fenomenologia della Coscienza critica

Il mito di Piranesi nei romantici francesi







Georges Poulet


Georges Poulet

     Georges Poulet (1902-1991) è stato un importante critico letterario belga. Dopo aver ottenuto nel 1927 il dottorato all’università di Liegi, ha poi insegnato nelle università di Edinburgo, Baltimora, Zurigo e Nizza. Pur non avendo mai insegnato a Ginevra, ha collaborato strettamente con la «scuola di Ginevra», definita anche «nouvelle critique», che comprendeva critici come Marcel Raymond, Albert Béguin, Jean Rousset, Jean Starobinski, Jean-Pierre Richard e, lateralmente, Georges Blin. Fu influenzato, oltre che dai lavori filosofici di Henri Bergson e di Gaston Bachelard, dalle opere di Jacques Rivière, Charles Du Bos, Wilhelm Dilthey e Friedrich Gundolf, oltre che dalla lezione decostruzionista di J. Hillis Miller.
     Il suo «metodo critico», come ebbe a confessare egli stesso in un’intervista a Piero Bigongiari, consiste nel cercare una certa «coerenza», non sempre facile da raggiungere quando ci si trovi in presenza di una data realtà interiore come quella letteraria, non sempre precisa, e nell’inseguire l’itinerario adeguato per potersi orientare, come in una «navigazione sottomarina», nella sterminata totalità delle opere esaminate. Bisogna risalire, secondo Poulet, dalle opere al processo che le genera, analizzare la percezione e la rappresentazione del tempo e dello spazio nei diversi autori e ricostruire il rapporto – del quale il «cerchio» è il simbolo privilegiato – fra la coscienza e il mondo sensibile. «Ogni essere», confidava ancora Georges Poulet a Piero Bigongiari, «si scopre in un certo momento e in un certo luogo; in modo tale... che questo momento e questo luogo formano il centro intorno al quale il resto si dispone, intorno al quale tutto un insieme di durata e di spazio si dispone». Rifiutando la critica di partecipazione e d’identificazione, il critico ha espresso vivo accordo per una ricerca ermeneutica non informativa, non giudicante né impressionistica, sempre attento a rivivere il processo della creazione artistica. La sua indagine metodologica è denominata anche «critica tematica», per l’importanza accordata all’indagine sul terreno dei temi e delle coordinate spazio-temporali del testo.
     Fra le sue opere di maggior rilievo, a parte le Études sur le temps humain, del 1950, una tetralogia di testi che comprende, oltre al volume omonimo, La distance intérieure (1952), Le point de départ (1962) e Mesure de l’instant (1968), dove ha preso in esame gli scrittori più significativi della tradizione letteraria francese con l’obiettivo di definirne la «distanza» dalla realtà oggettiva, ricordiamo alcuni testi importanti come Les métamorphoses du cercle (1961), L’espace proustien (1963), Trois essais de mythologie romantique (1966 e 1985), Qui était Baudelaire? (1969), in collaborazione con Robert Kopp, Entre moi et toi. Essais critiques sur la conscience de soi (1977), La poésie éclatée. Baudelaire/Rimbaud (1980) e La pensée indéterminée, in tre volumi (1985-1990). Ha poi esposto le proprie riflessioni metodologiche nei due volumi Les chemins actuels de la critique (1967) e La conscience critique (1971). Georges Poulet è stato molto apprezzato e molto tradotto in Italia.




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