Georges Blin, nato nel 1917, si è formato all’École normale supérieure ed è stato un autorevole universitario francese. Professore nei licei di Roma, Rabat e Tangeri, ha poi insegnato all’università di Basilea, alla Sorbona e al Collège de France. Ufficiale della Legion d’onore, è stato direttore della Bibliothèque littéraire Jacques Doucet e membro del Conseil scientifique de la Bibliothèque nationale. Il che dice la sua aura e la sua carriera.
Nel 1939, quando traduce lo scritto De la partie hégémonique de l’âme di Crisippo e il Traité de la monarchie divine di Filone l’Ebreo, pubblica, a soli ventidue anni, una biografia interiore della coscienza baudelairiana (Baudelaire), diventando, come dirà Michel Crouzet, il «pioniere di una solida critica filosofica». Nel 1942, con Jacques Crépet, cura un’importante edizione critica delle Fleurs du Mal che ancora oggi fa testo. Le due opere sono completate, nel 1948, dai saggi raccolti nel volume Le sadisme de Baudelaire e, nel 1949, dall’edizione dei Journaux intimes, curata sempre con Jacques Crépet. A questo insieme bisogna aggiungere la prefazione del 1946 ad Armance di Stendhal e quella del 1964 a Commune présence di René Char, oltre alla messe di saggi filosofici, pubblicati fra il 1939 e il 1947 su varie riviste come «Fontaine» o «Les Temps Modernes», mai ripresi in volume, che costituiscono un patrimonio ancora tutto da riscoprire. Il suo breve trattato del 1944, D’un certain consentement à la douleur, basato sulla dimostrazione che «il dolore è attivo e volontario» e insieme «distinto dalla sensazione», viene riproposto in Italia per la prima volta dalle Edizioni Solfanelli. Bisogna poi ricordare le due corpose monografie Stendhal et les problèmes du roman (1953, 1958 e 1983) e Stendhal et les problèmes de la personnalité (1958 e 2001) che ne hanno ridisegnato il volto. Attende invece una consacrazione il libro teorico-programmatico La Cribleuse de blé, dedicato al ruolo del critico, da cui traspare il suo spirito profondamente filosofico e l’influenza di Merleau-Ponty.
La ristampa nel 2011 del Baudelaire del 1939, seguito dai Résumés des Cours au Collège de France, segna una prima tappa nel ripensamento critico dell’opera di questo personaggio nodale del Novecento, ripensamento già avviato nel 2002 dall’editore Corti, per la verità, con il volume Relais. Dix études réunies en hommage à Georges Blin, dove sono raccolti dieci significativi interventi, fra cui ricordiamo l’intenso ritratto del critico-filosofo stilato da Michel Crouzet e quelli di Jean Starobinski, Marc Fumaroli e Yves Bonnefoy. Ricordiamo infine che Blin prese parte al Collège philosophique, un ciclo di conferenze avviate nel 1946 da Jean Wahl per approfondire le correnti filosofiche non comprese nei programmi universitari. Fra i partecipanti, oltre a Blin, figuravano personalità come Jankélévitch, Roger Caillois, Merleau-Ponty, Lévinas, Jeanne Hersch, Alexandre Koyré e Gaston Bachelard.