Tullio Rispoli (Napoli 20 dicembre 1899 - 7 agosto 1974) era figlio dell’avvocato penalista Antonio e di Giulia Melchionna. Tra i fratelli si ricordano Giuseppe, detto Geppino, apprezzato pittore; Mario, ufficiale dei bersaglieri; Cesare, che partecipò alla Marcia su Roma.
     “Ragazzo del ’99”, ultima classe chiamata alle armi nella prima guerra mondiale, fu ufficiale nel corpo di artiglieria; quindi servì un anno in Libia e poi partì per Fiume con d’Annunzio. Rievocò le vicende al fronte ed altre vicende militari nel volumetto Classe 1899. Al fronte, in Libia e a Fiume. Marcia su Roma (Guida, Napoli post 1931).
     Laureatosi in giurisprudenza e divenuto brillante avvocato penalista, il 22 giugno 1930 sposò la sorella del filosofo Lorenzo Giusso (1899-1957), Giovanna, da cui ebbe cinque figli: Maria Giulia, Maria Teresa, Maria Grazia, Maria Rosaria ed Antonio.
     Volontario nella Cruzada con il grado di capitano, durante la battaglia di Guadalajara (8-23 marzo 1937) fu insignito della Medaglia di Bronzo al Valor Militare con la seguente motivazione: «Addetto ai servizi di un gruppo d’artiglieria, in occasione di serio combattimento, accorreva spontaneamente in linea per cooperare all’azione. Avendo scorto nuclei di militari che, rimasti privi di capi, vagavano incerti, ne assumeva il comando, riportandoli in linea, e, fatto mettere in batteria un pezzo d’accompagnamento ormai senza capopezzo, apriva prontamente il fuoco sul nemico incalzante. - Brihuega, 18 marzo 1937-XV». (Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, 25 gennaio 1941, p. 325).
     Per il suo ruolo di penalista, durante il conflitto spagnolo fu anche chiamato a ricoprire la carica di giudice del Supremo Tribunale Militare, carica che ricoperse dal 1938 al 1943.
     Tra i suoi scritti non giuridici si ricordano, oltre alle memorie della Grande Guerra e della Cruzada, il romanzo Una crociera (Dante Alighieri, Milano 1937; traduzione spagnola: Librería Internacional, San Sebastián 1939); il resoconto di viaggio America a volo (Laurenziana, Napoli 1966) e la versione in lingua italiana di tre drammi dell’accademico di Spagna José María Pemán (1897-1981), che conobbe personalmente durante il conflitto spagnolo: Antigone, Almoneda e Il gran cardinale (Iodice, Napoli 1955).